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- da Alessia Cornacchio
Autorigenerazione aziendale: sfide strategiche ai tempi del COVID-19
In un paradossale contesto come quello odierno, l’incertezza del futuro, soprattutto per le PMI, diventa una presenza ingombrante. Restando in attesa di interventi da parte del Welfare (solitamente in drastico ritardo), si rischia di pregiudicare la sopravvivenza delle nostre imprese.
La storia economica mondiale ci insegna che, per la ripresa, sono essenziali dei cambiamenti paradigmatici sull’evoluzione del concetto di “economicità”. È dalle ceneri e dagli orrori del Secondo Conflitto Mondiale che la nostra società ha intrapreso un significativo percorso di riconoscimento di valori etici, sociali e solidali, che hanno innescato il punto di partenza per una lunga e duratura fase di stabilità politica, economica e sociale.
Il mero riconoscimento che ha condotto alla ratifica di Trattati internazionali, agli inizi degli anni Cinquanta del secolo scorso, ha dato l’avvio al fenomeno economico che ha caratterizzato, fino ad oggi, la nostra esistenza: la Globalizzazione, una serie infinita di liberi scambi, in liberi mercati.
Soprattutto negli ultimi decenni, tutta questa libertà ha mostrato una serie di svantaggi in termini di concorrenza leale, rispetto dei diritti umani, tutela della salute umana, protezione dei contraenti deboli, protezione sociale per le fasce “deboli” (donne e bambini).
Società opulente a scapito di una povertà di intenti, al servizio del mero profitto quale fine ultimo. Le imprese, anche medie e piccole, nello svolgere la propria attività economica, rappresentano il fulcro della società. Oggi, oltre la sua naturale finalità economica, la classe imprenditoriale può e deve rendersi portatrice e garante di una serie di valori e responsabilità.
A tal proposito, si parla di responsabilità sociale con finalità di sviluppo sostenibile. Questo nuovo approccio alla dimensione economica scaturisce dagli accordi internazionali assunti dai principali leader mondiali, in occasione di “Rio+20” e dal conseguente adeguamento delle politiche economiche europee, con il documento di riflessione della Commissione e relativo accoglimento, da parte del Consiglio, “Verso un’Europa sostenibile entro il 2030”.
Nel frattempo, una serie di strumenti normativi sono stati già messi a disposizione delle imprese che intendono aderire, sin da subito, per essere protagonisti attivi dei nuovi mercati sostenibili.
Oltre alle politiche economiche, è possibile fare riferimento a standard internazionali suddivisi per settori di riferimento, a normative volontarie, come linee guida per l’applicazione pratica dei principi di economia sostenibile e di responsabilità sociale.
Per le PMI, viste le ridotte dimensioni e l’elevata specificità dei servizi e prodotti offerti, è molto più agevole e meno dispendioso, partecipare a questa nuova sfida mondiale; esse potrebbero avere l’occasione di dimostrare l’elevato valore socio-economico che la globalizzazione ha messo a dura prova durante questi ultimi decenni.
di Alessia Cornacchio